Da sinagoghe a chiese

Le sinagoghe tranesi furono trasformate in chiese quando, alla fine del XIII secolo, la quasi totalità degli ebrei della comunità passò al cristianesimo.
È probabile che la trasformazione non sia stata violenta e che sia stata richiesta, come per una sinagoga di Napoli nel 1290 – poi chiesa di S. Caterina Spina Corona – dagli stessi neofiti.
Scola Nova fu dedicata a S. Maria Annunziata – ma era conosciuta anche come S. Maria Nova – Scola Grande ai santi Quirico e Giovita – e dal ‘700 a S. Anna; le altre due sinagoghe furono intitolate rispettivamente a S. Pietro Martire e a S. Leonardo, come riportato nel 1572 dal vescovo-giurista Cesare Lambertini.

La scelta delle dediche non era casuale e, spesso, volta a ricordare ai neofiti il loro status di ex-giudei:

L’ANNUNZIATA era, per i cristiani, l’ebrea Maria che, accogliendo la parola portata a lei dall’arcangelo Gabriele, divenne la madre del Messia d’Israele;

la dedica ai SANTI QUIRICO E GIOVITA fu un atto di ossequio ai sovrani Angioini: le reliquie dei due martiri, infatti, furono portate da Antiochia a Marsiglia, in Provenza, a opera del vescovo di Auxerre;

S. Amanzio (d. 418); PIETRO DA VERONA, domenicano e accanito inquisitore, fu assassinato dagli eretici nel 1252 e si dice che, morendo, abbia scritto per terra col proprio sangue la parola “Credo”. La dedica fu un omaggio ai Domenicani, che operavano in Trani per convertire gli ebrei;

S. LEONARDO DI LIMOGES (d. ca. 530) era venerato come patrono dei carcerati. I suoi attributi iconografici sono le catene dei prigionieri liberati, a cui si aggiungono spesso un libro, la croce e una bandiera.
Il santo doveva ricordare ai neofiti le catene dell’”errore” spezzate con la conversione e il dovere di proclamare il Vangelo.

Le trasformazioni da sinagoghe a chiese avvengono con diverse modalità.
Così a Scola Nova/S. Maria Nova si utilizzerà solo l’aula al primo piano, aggiungendo la scala esterna e si trasformerà l’Aron in una sorta di edicola votiva – o come ancòna di un altare ora perduto – con una immagine della Madonna.
A Scola Grande/S. Anna si procede più radicalmente: nel giro di pochi anni dalla edificazione come sinagoga viene aggiunta un’abside semicircolare, demolito l’Aron e modificati gli ingressi. Nei secoli successivi verrà aggiunta la sacrestia ed il campanile ed ‘ornata’ secondo gli stili dei tempi: sono del ‘600 i cartigli con le iscrizioni a tempera rinvenuti nella zona dell’abside; del ‘700 l’altare laterale ligneo e la cripta voluti dalla Confraternita di S. Anna; in ultimo i due restauri “a più splendida forma” – del 1841 e 1888 – la ricoprono di stucchi e decorazioni.

La vicenda di Scola Nova sembra evocare una leggenda medioevale illustrata in un manoscritto composto intorno al 1360 nel monastero di Krumau in Boemia (Codex Vindobonensis 370) e conosciuta come “La casa degli ebrei divenuta chiesa di Maria”.

La leggenda narra, infatti, di un edificio appartenuto ad ebrei -verosimilmente una sinagoga – trasformato in chiesa e di una immagine della Madonna trovata dipinta miracolosamente su una parete al suo interno.

Come nel codice, anche a Trani la chiesa si dotò di una immagine mariana: sul fondo della nicchia dell’Aron ha-qodesh fu dipinta una Madonna con Bambino.
Si può ritenere che lo scopo della leggenda sia stato quello di ‘ufficializzare’ attraverso un miracolo le numerose trasformazioni di sinagoghe in chiese che stavano avvenendo in quegli anni.

Foto: Scolanova/Santa Maria Nova: icona bizantineggiante del tipo della Galaktotrophousa, l’Allattante, dipinta all’interno della nicchia dell’Aron ha-qodesh dopo la trasformazione della sinagoga in chiesa.